
Durante il mio solito girovagare nel web, mi sono imbattuta in una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Freelance sì #coglioneNO”, il cui obiettivo è far comprendere quanto sia difficile per un Freelance veder riconosciuta la propria professionalità. E allora, perfettamente d’accordo con gli autori del progetto, spargo il verbo e vi chiarisco il perché.
Chi ha provato sulla propria pelle certe esperienze lo sa bene. Quando si tratta di lavori creativi in cui c’è di mezzo un computer, molti credono che basti pigiare un paio di tasti e il gioco è fatto. Non avete idea di quali odissee debba attraversare un web designer, un grafico o un social media manager perché gli venga corrisposto il giusto onorario.
Provate ad immaginare cosa capiterebbe ad un idraulico, a un giardiniere o ad un antennista se fossero costretti a subire lo stesso trattamento che viene riservato solitamente a un freelance… Così gli Zero hanno scelto di raccontare le vicissitudini di onesti lavoratori che dopo aver portato a termine il loro lavoro in breve tempo e magari in un giorno festivo, sono costretti a subire le angherie dei loro committenti, per poi essere liquidati con frasi del tipo: “Per questo progetto non c’è budget!!!”.
Lo diresti al tuo Giardiniere? #coglioneNo
Lo diresti al tuo antennista? #coglioneNo
Lo diresti al tuo idraulico? #coglioneNo
Vi sarà sembrato un linguaggio iperbolico, ma vi assicuriamo che sono veramente queste le avversità con cui devono confrontarsi i professionisti della comunicazione.
Quindi se vi sembra una frase da stronzo, ricordatevi che a un creativo lo dicono sempre.
Voi che ne pensate?
Vi ritrovate mai in situazioni come questa?
Roberta Ibba