
Ora che siamo online, colgo l’occasione per rispondere ad alcune delle domande che mi sono state poste più frequentemente su questo progetto.
Perché tanta filosofia?
Non metto in dubbio che se il filosofare si limita ad uno sterile esercizio intellettuale, sarebbe come riempire di vuoto il nulla. Ma l’idea di comunicazione che presentiamo è costantemente rivolta alla sua realizzazione e posso affermare che non c’è un solo frammento del nostro pensiero che non trovi la propria rappresentazione nella realtà.
La filosofia è l’anima di questo progetto e sebbene questo renda difficile la comprensione di alcune sue parti è evidente che abbiamo scelto di non assecondare le logiche dell’audience per non rinunciare a ciò che più di ogni altra cosa ci contraddistingue.
Ma in definitiva cos’è la Comunicazione Alchemica?
La Comunicazione Alchemica non è un escamotage per abbellire il progetto, ma una delle risposte possibili alle esigenze di comunicazione che si stanno affermando nella società postmoderna. In pratica può essere considerata uno strumento interpretativo basato sull’idea che la nostra percezione del mondo sia il risultato di un complesso processo alchemico, in cui si combinano gli elementi di quattro livelli di realtà. Non è un sistema lineare e per intuirne il senso occorre superare gli schemi del passato servendosi sia della propria ragione, sia della propria follia. È quindi sconsigliata qualsiasi interpretazione semplicistica da parte dei sostenitori dell’una o dell’altra.
Perché un Manifesto?
Perché volevamo fissare un centro attorno al quale potesse crearsi un movimento di individualità mosse dai nostri stessi ideali. Il Manifesto non è altro che un messaggio rivolto alle “anime inquiete” che desiderano ardentemente far fruttare il proprio potenziale. Ci rivolgiamo a loro invitandoli ad entrare a far parte di un network che fa dell’incontro delle diversità la sua principale caratteristica.
Chi ha scritto il Manifesto?
Io, con la collaborazione di Dalila Ibba e Roberto Meloni.
Perché il Manifesto è tanto ermetico?
È vero che il suo contenuto non è facilmente accessibile, ma se credete che avremo dovuto essere più immediati, provate voi a raccontare dell’incontro creativo tra la razionalità e l’irrazionalità. Siamo spiacenti, ma non abbiamo potuto fare a meno delle suggestioni create da certe parole e anche se mi rendo conto che ci sono alcuni passaggi che avremo potuto esprimete in modo diverso, non mi dispiace che questa versione sia nata sotto il segno dell’ermetismo. Sono certo che ci saranno altre versioni e il fatto che la prima rifletta lo stile degli antichi alchimisti, lo considero un omaggio alla memoria di tutti quei cercatori di verità che hanno avuto l’ardire di superare i limiti del sapere convenzionale. In ogni caso, stiano tranquilli i benpensanti, quanto sosteniamo non ha niente a che vedere con code rospo o ali di pipistrello.
Siete un’impresa olistica?
No. Innanzitutto perché siamo a monte di qualsiasi etichetta e in secondo luogo perché, sebbene siamo convinti che la prospettiva dell’olismo sia fondamentale per comprendere i cambiamenti del mondo contemporaneo, non siamo disponibili a rinunciare al punto di vista del riduzionismo. Semmai il nostro intento è quello di adoperare entrambe le prospettive allargando il nostro orizzonte per trovare la soluzione migliore possibile.
Perché qualcuno dovrebbe rivolgersi a voi?
Se è un professionista (o aspira ad esserlo), il motivo consiste nel fatto che offriamo un sistema in grado di amplificare le sue performance sia in termini di guadagno, sia in termini di crescita professionale.
Se invece si tratta di una realtà imprenditoriale, perché qualsiasi dimensione abbia il vostro business, la nostra prima preoccupazione non è il profitto, ma un lavoro di eccellenza.
Non crederete di ricevere molte adesioni?
Non siamo dei poveri ingenui. Siamo consapevoli che la nostra proposta sarà vista con favore solo da qualcuno e con entusiasmo solo da altri eretici come noi. Ma la Comunicazione Alchemica non è stata concepita per creare un fenomeno di adesione di massa, ma per scovare le persone che ne condividono i principi e dare vita a un movimento in grado di incidere sulle dinamiche del mondo contemporaneo. Esattamente come Kimeia, che si propone di innovare la cultura del marketing e della comunicazione.
Quanto tempo è servito?
Un progetto del genere avrebbe avuto senso soltanto se ogni ingranaggio avessero girato con precisione assoluta, ed ero perfettamente consapevole che per metterlo a punto sarebbe servito un enorme investimento di tempo. Finora l’investimento ha richiesto:
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svariati anni per acquisire le competenze e le conoscenze necessarie a realizzare l’idea,
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9 mesi per costruire il nostro studio,
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quasi un anno per mettere a punto la filosofia e il metodo che sostiene ogni declinazione del progetto,
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un altro anno per collaudare il sistema e progettare lo startup,
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un altro anno per testare il nostro potenziale nei primi progetti.
Ovviamente tutto a budget zero, potendo contare solo ed esclusivamente sul proprio lavoro e quello dei professionisti che hanno scelto di far parte del progetto (finora gratuitamente).
A chi mi chiedeva se non stessi investendo troppo tempo, chiedevo a mia volta se conoscesse la favola dei tre porcellini; e visto che tutti la conoscono, non mi restava che aggiungere che il personaggio a cui preferivo ispirarmi era il terzo fratello, ovvero quello che aveva scelto di costruire in solidi mattoni rendendo la sua casa a prova di lupo cattivo.
Queste sono le domande a cui più spesso mi è capitato di rispondere, ma se la vostra curiosità non fosse stata saziata, sono e siamo a vostra disposizione.
Andrea Ibba