
“L’uomo è Dio, è ovunque, è chiunque, conosce ogni cosa. Questo è il nuovo mondo di Prometeus.”
Così inizia il profetico video “Prometeus, la rivoluzione dei media” in cui il braccio destro di Grillo, Casaleggio, nel 2007 accarezzava la sfera di cristallo e, come un perfetto Nostradamus dei giorni nostri, prevedeva un progressivo annullamento dei media, i quali convergerebbero inevitabilmente in un unico sistema globale: la rete. Questo condurrebbe poi ad una sorta di futuro biocibernetico in cui la vita reale verrà annullata da un mondo virtuale in cui le persone, tramite un avatar, potranno essere ciò che desiderano e condividere memoria, esperienze e sensazioni, rendendole oggetto di normale commercio.
Il video si conclude con:
“Nel 2050 La Vita Virtuale è il mercato più grande del pianeta. Prometeus finanzia tutte le missioni spaziali al fine di trovare nuovi mondi per i propri clienti: Gli Avatar terrestri. L’esperienza è la nuova realtà.”
Il fatto che, con l’avvento della post modernità, il consumatore sia in cerca più di esperienze che di prodotti, di emozioni e sensazioni più che di valori d’uso, è oramai cosa risaputa. Lo affermava il sociologo Giampaolo Fabris già nel 2001 (ben 6 anni prima del video di Casaleggio) e ora, a 12 anni di distanza, tutti ci rendiamo conto di come le più grandi aziende, quali la Apple, la Nike o la Nokia, puntino principalmente sulla vendita di esperienze più che sulla pubblicizzazione delle qualità oggettive dei loro prodotti.
È anche vero che, nel giro di pochi anni, abbiamo assistito a una rivoluzione tecnologica senza precedenti, caratterizzata da una diffusione delle nuove tecnologie digitali velocissima e inarrestabile. Internet è entrato, non solo nelle case, ma nelle tasche di ognuno di no: chiunque ha infatti un computer collegato alla rete e uno smartphone con cui navigare in qualsiasi momento della giornata.
Il cyber spazio permette di estendere le connessioni e le relazioni tra luoghi e persone. Le reti digitali attivano sulla terra una rete sempre più fitta di flussi di informazioni, idee, comunicazioni, immagini, progetti, ma attraverso esse si attivano anche movimenti di persone, merci e denaro.
Alla luce di tali considerazioni e delle previsioni future illustrate nel video, ciò che mi chiedo è:
tutto questo, considerato dai più come progresso, non rischia forse di condurre ad un annichilimento della socialità e della personalità? Non dovrebbe intimorire la possibilità che si possa creare un commercio sulle vite, emozioni e sensazioni delle persone? E questo non potrebbe forse far sì che l’intero pianeta possa essere facilmente controllato da una lobby di potenti gestori della rete?
Dalila Ibba